Vibe Design

Il vibe design è un approccio emergente nel design di interfacce digitali che parte da un’intenzione emotiva o atmosferica, espressa in linguaggio naturale, per generare layout, interazioni e componenti UI attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. Invece di progettare direttamente griglie, colori o componenti, il designer descrive il “vibe” desiderato e lascia che l’AI costruisca una prima proposta visuale e interattiva coerente con quella sensazione.

Cos’è il vibe design (e perché i designer ne parlano)

Il vibe design nasce come evoluzione del lavoro UX/UI nel contesto di strumenti di AI generativa. L’idea centrale è progettare partendo da un’intenzione emotiva: un mood, un tono, una sensazione che l’esperienza utente deve trasmettere.

Per esempio: invece di iniziare da uno wireframe, il designer potrebbe scrivere “una piattaforma minimalista, calma e rassicurante, per professionisti freelance che vogliono gestire le proprie finanze in modo semplice”.

L’AI interpreta quel prompt e genera una o più proposte visive e interattive che riflettono il vibe descritto: colori soft, font leggibili, spazio bianco abbondante, micro-interazioni fluide.
Il designer diventa quindi un “direttore d’orchestra emotivo”, capace di modellare l’esperienza a partire da un’intenzione, non da uno schizzo.

💡 Vuoi lavorare su progetti che integrano AI e design di nuova generazione? Scopri le offerte attive per designer UX/UI su Crebs.it, la job board italiana per creativi digitali.


Come funziona il vibe design

1. Definisci il vibe in linguaggio naturale

Scrivi un prompt che esprima sensazioni, tono, tipo di utenza e contesto.
Esempio: “interfaccia energica, giovane, un po’ ribelle, pensata per un’app di social audio notturna”.

2. L’AI genera proposte visive

Tool come Galileo AI, Uizard o strumenti integrati in Figma interpretano il prompt e creano componenti, layout, palette cromatiche, microcopy.

3. Iterazione e rifinitura

Il designer può raffinare il prompt, fare fine-tuning sui dettagli, modificare manualmente ciò che non funziona o non è accessibile.

4. Testing e feedback

La proposta può diventare un prototipo interattivo da validare con utenti o stakeholder.


Quando usare (e quando evitare) il vibe design

Ideale per:

  • Fasi di esplorazione rapida
  • Brief iniziali o design sprint
  • MVP e concept da presentare a stakeholder
  • Design partecipativo (con team non-designer)

Meno adatto per:

  • Progetti ad alta complessità informativa o tecnica
  • UI con esigenze di accessibilità rigorosa (WCAG)
  • Sistemi design vincolati da guideline molto rigide

Vantaggi del vibe design per i designer

  • Velocità: ottieni in pochi minuti delle basi visive coerenti
  • Coerenza emotiva: l’interfaccia comunica davvero “quello che vuoi trasmettere”
  • Riduce il blocco creativo: ti aiuta a partire anche quando non hai ancora un’idea chiara
  • Collaborazione migliorata: anche PM o stakeholder possono contribuire alla definizione del vibe

Sei un product designer, art director o visual designer in cerca di nuove sfide? Su Crebs.it trovi ogni giorno nuove offerte da agenzie, startup e aziende tech.


Limiti da conoscere

  • Non sostituisce la ricerca UX: l’empatia con l’utente non si genera via prompt
  • Qualità non garantita: serve sempre uno sguardo critico su leggibilità, gerarchia visiva, usabilità
  • Bias nei dati: l’AI può replicare stereotipi o scelte discutibili
  • Rischio di standardizzazione estetica: se tutti usano AI simili, le interfacce si assomigliano

Strumenti per iniziare con il vibe design

  • Galileo AI: da prompt a UI generata in pochi secondi
  • Uizard: crea mockup a partire da testo
  • Figma AI (con plugin o nativamente)
  • Framer AI: utile per siti web one-pager generati da descrizioni
  • Midjourney (per mood visuali di ispirazione)

Esempi di prompt per vibe design

  • “Dashboard semplice e chiara per monitorare performance di vendita, con colori neutri e tipografia professionale”
  • “App energica e ottimista per ragazzi tra 18 e 24 anni che vogliono organizzare viaggi in gruppo”
  • “Landing page di un SaaS che comunica sicurezza, compliance e precisione per CFO e HR manager”

FAQ

Che differenza c’è tra vibe design e UI tradizionale?
Il vibe design parte dal percepito emotivo, non da griglie o componenti. È una progettazione “per sensazioni”, con AI come co-designer.

È utile solo per prototipi?
No. Può aiutare anche in fasi avanzate, per esplorare alternative, micro-copy, effetti visivi, ma va sempre integrato nel processo UX completo.

Può sostituire un designer?
No. L’AI genera output, ma serve un designer per verificare, adattare e dare senso. Il valore umano è nella direzione creativa e nell’empatia progettuale.

Quali competenze servono per fare vibe design?
Capacità di scrivere prompt efficaci, visione UX, sensibilità estetica, spirito critico e padronanza degli strumenti AI-based.


Vuoi lavorare con team che innovano nel design?

Su Crebs.it trovi le migliori opportunità per designer UX/UI, visual, motion e creative director. Scopri offerte da agenzie, studi, startup tech e aziende che vogliono costruire prodotti digitali con personalità anche partendo da un vibe.

Cerchi lavoro? Cerchi talenti?